domenica 26 luglio 2009

Grande jazz domani sera a Oristano con il trio di Abdullah Ibrahim

Appuntamento di assoluto prestigio per il festival Dromos, che domani sera (lunedì 27 luglio) ospita a Oristano un autentico monumento del jazz mondiale: Abdullah Ibrahim. Il pianista sudafricano si esibisce in trio con Belden Bullock al contrabbasso e George Gray alla batteria sul palco allestito in Piazza Eleonora. Riflettori accesi dalle 22, biglietti a 10 euro.

Quella di Ibrahim è una presenza emblematica per questa edizione di Dromos (l'undicesima) che ha scelto come filo conduttore il tema della “clandestinità”. E forse nessuno tra i musicisti in cartellone (tra gli altri Roberto Fonseca, Vieux Farka Touré, Augusto Enriquez, Tania Maria) potrebbe incarnare lo spirito della manifestazione meglio di questo straordinario ambasciatore africano del jazz.
Nato a Città del Capo nel 1934, Abdullah Ibrahim (famoso come Dollar Brand prima di convertirsi all’Islam) ha infatti vissuto sulla sua pelle la condizione di esule e “clandestino”: per scampare alla persecuzione del regime dell’apartheid nel 1962 è costretto a lasciare il suo paese, dopo esser stato persino arrestato durante un concerto, e in seguito torturato. Si stabilisce inizialmente in Europa e a Zurigo viene notato dal grande Duke Ellington, che si interessa a lui e lo lancia nel firmamento del grande jazz.
Una svolta che apre al pianista sudafricano la possibilità della testimonianza: la sua musica non è, infatti, solamente il felice punto d’arrivo di una ricca fusione di influenze. Sul jazz di tradizione americana, Abdullah Ibrahim innesta sonorità e atmosfere africane, ma anche gli inni protestanti ascoltati durante l'infanzia, le melodie ascoltate nelle affollate comunità cinesi, indiane e arabe, e i ritmi ipnotici dei balli delle townships, le bidonville sudafricane in cui viveva segregata la popolazione di colore.
La sua musica è anche una denuncia delle ingiustizie subite dal suo popolo: ogni sua nota riflette cinquant’anni di lotte per la libertà, e una sua composizione, “Mannenberg”, diventa inno del movimento anti-apartheid dopo il massacro che segue all’insurrezione di Soweto del 1976. Nei lunghi anni dell’esilio Abdullah Ibrahim costruirà la sua carriera lunga e costellata di successi, fino a un altro momento emotivamente toccante: il ritorno in patria nel 1990, dopo aver vissuto per anni a New York dove comunque continua a risiedere. Una ricchezza di esperienze e di significati connotata da una forte spiritualità, che non mancherà nemmeno nel concerto di Oristano.
Al tema della clandestinità, sempre domani (lunedì) a Oristano, saranno dedicati altri due appuntamenti di Dromos. Il primo è alle 19.30, all’Asilo Sant’Antonio: intorno al Tavolo Love Difference di Michelangelo Pistoletto – altro simbolo importante di questa edizione del Festival – è in programma un dibattito “Sulle tracce del clandestino”. Con Sabrina Perra, docente della facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Cagliari, al posto dell'annunciato Marco Zurru, la prospettiva si sposta sul versante femminile del tema: la sociologa parlerà infatti di migranti clandestine ma anche di migranti regolari e di ricongiungimenti familiari, soprattutto alla luce dei recenti provvedimenti in materia di sicurezza. Il fenomeno migratorio dal punto di vista del cinema, sarà invece al centro dell'intervento di Antonello Zanda, direttore della Società Umanitaria–Cineteca Sarda. Preceduto dai saluti del sindaco di Nurachi Filippo Scalas, l'incontro (cui non potrà partecipare il direttore della rivista "Carta" Pierluigi Sullo, per un improvviso contrattempo di salute), sarà moderato dall critico Ivo Serafino Fenu.
L’altro momento dedicato al tema del “Clandestino” si vivrà poco prima che Abdullah Ibrahim salga sul palco. Il suo concerto sarà infatti preceduto da una nuova proiezione del ciclo “La meta trasgredita”, la rassegna di video curata da Cristiana Collu, direttrice del Museo MAN di Nuoro. Stavolta è il turno di “Centro di permanenza temporanea”, un video del 2007 dell’artista italo–albanese Adrian Paci girato sulla pista di un aeroporto dove uomini, donne, ragazzi di diverse etnie, disposti in una lunga coda, attendono di avanzare lentamente verso la scaletta di un aereo che non c’è e che non arriverà.
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Per informazioni:
DROMOS - via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
tel.: 0783 31 04 90
E-mail:
dromos@dromosfestival.it
Website: www.dromosfestival.it

giovedì 16 luglio 2009

Greenpeace ai sindaci di Sardegna

ROMA, 15 luglio 2009 – Oggi Greenpeace manda una lettera a sindaci e amministratori della Sardegna settentrionale per invitarli a lanciare, insieme alle autorità della Corsica, un appello diretto ai Ministri dell’Ambiente in Italia e in Francia per un’efficace protezione delle Bocche di Bonifacio. L’appello verrà firmato il 3 agosto 2009 a Bonifacio, a bordo della nave ammiraglia di Greenpeace, la Rainbow Warrior, impegnata in un tour a difesa del Mediterraneo.

Sono stati invitati a firmare l’appello i Sindaci del Comune di Santa Teresa di Gallura, di Palau, di Arzachena, di Golfo Aranci e di La Maddalena, l’Assessore all’Ambiente della Provincia Olbia-Tempio, l’Assessore per la Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna e il Presidente dell’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.

La Sardegna si caratterizza per le sue bellezze naturali, a terra e in mare e Greenpeace ha lavorato, e continua a lavorare, per tutelare questo patrimonio. Una delle aree più problematiche individuate nel corso delle attività di monitoraggio dell’organizzazione è lo stretto delle Bocche di Bonifacio: un’area ricchissima di biodiversità, di notevole valore paesaggistico e turistico, ma purtroppo sottoposta a un rischio di disastro ambientale inaccettabile.

“Per difendere questo ecosistema marino è necessario prendere decisioni ambiziose e coraggiose, ma soprattutto bisogna prenderle insieme alle comunità locali. – afferma Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia - Per questo chiediamo il sostegno delle Autorità locali per mandare un appello ai Ministri dell’Ambiente di Italia e Francia.”

Nell’appello si chiede:
- l’adozione di sistemi di tutela efficaci, quali l’inserimento dello stretto nell’elenco delle PSSA (Aree Marine Particolarmente Sensibili) per vietare il transito di carichi pericolosi. A questo proposito, Italia e Francia devono negoziare una proposta da presentare all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO);
- l’avvio del progetto del Parco Marino Internazionale sardo-corso delle Bocche di Bonifacio, con la partecipazione di tutti gli attori sociali coinvolti;
- l’efficace protezione del Santuario dei Mammiferi Marini mediante l’adozione di adeguati piani di gestione.


Contatti:
Ufficio stampa Greenpeace, 06.68136061 int.211
Maria Carla Giugliano, ufficio stampa, 3496066159
Giorgia Monti, responsabile campagna Mare, 3455547228

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